Scrisse Georg Buchner negli anni trenta dell’Ottocento, “Ogni uomo è un abisso, vengono le vertigini a guardarci dentro”. Paura e curiosità sono tra le emozioni che muovono chi si avvicina all’analisi di se stesso. La nostra interiorità è sconfinata, un oceano del quale spesso conosciamo solo i flutti che si infrangono contro la costa. Possiamo trascorrere la nostra vita intera guardando questo mare dalla spiaggia o passeggiare nell’acqua bassa, per nulla curiosi di ciò che si può trovare più in là, dove non si tocca. Oppure possiamo essere curiosi e spaventati e interrogarci sul perché delle maree, sulla forza delle mareggiate e sul moto delle onde o ancora essere travolti da uno tsunami e voler scoprire da dove esso abbia avuto origine. Si rischia di perdersi nel proprio personale viaggio nel profondo senza l’accompagnamento di una guida esperta. Per questo, intraprendere una psicoterapia significa salire su una barca con un’altra persona (il terapeuta) ed iniziare a navigare insieme. La guida non decide la rotta ma sa come navigare e tiene il timone. Non conosce le onde una ad una, ma conosce il mare e le sue leggi. Il viaggio è faticoso: bisogna rimboccarsi le maniche e remare ma, attraversate le tempeste e superate le paure, nell’oceano si scoprono isole sconosciute, a volte nuovi continenti e si gode di una bellissima vista della terraferma.